SEGRE’ Charo

“Nostalgia di seconda mano”

Noi no.

Non siamo stati sradicati o esiliati dalla nostra terra.

Non abbiamo vissuto l’insicurezza, le umiliazioni e la solitudine.

Non abbiamo dovuto adattarci a cibi alieni, usanze bizzarre,

nuove relazioni ruvide o scivolose, imperscrutabili.

Non abbiamo lottato, spaccandoci la schiena, per ottenere un briciolo di dignità,

per costruire questa fortuna su cui noi ora possiamo adagiarci.

Noi siamo nati qui – siamo a casa in questa lingua più che nella loro,

ci riconosciamo nei sapori e nei gusti di questo paese,

noi siamo come gli altri – quelli nati e cresciuti qui da generazioni.

Siamo come loro… viziati e inconsapevoli.

Abbiamo avuto la vita facile, noi. La pappa pronta.

Non ci è stato fatto mancare niente,

nè cibo nè vestiti, e abbiamo potuto studiare.

Ma insieme al colore degli occhi, alla statura, alla dose di melanina

abbiamo ereditato anche tutto il resto: un dolore sordo

trauma altrui – indicibile perchè non vissuto,

incurabile – perchè dovremmo essere noi stessi, figli integrati,

la ricompensa e la consolazione a tutte quelle sofferenze.

Nel nostro sangue scorre non filtrata la stessa nostalgia.

Ma nostalgia di cosa? Di un paese mai visto? Di parenti sconosciuti?

Nostalgia ereditata, appresa. Nostalgia orfana di oggetto

Nostalgia incomprensibile, ingiustificata. Nostalgia di seconda mano,

incurabile – perchè l’altrove a cui aneliamo è un paese straniero.

Loro sì, forse, possono sentirsi a casa, tornando al paese.

Ma noi no.

noi non abbiamo sofferto quello che hanno sofferto loro per offrirci questo benessere.

Loro hanno barattato la loro felicità per la nostra.

Ora noi glielo dobbiamo. Dobbiamo essere felici. E’ obbligatorio.

Noi non possiamo stare male, non possiamo fallire. Non possiamo avere nostalgia.

Noi no.